Concluse le settimane intense di “FEST… IN” e GrEst, le nostre comunità si concentrano ora sulla vita liturgica ordinaria e sulla realizzazione di alcuni campiscuola, consapevoli che l’estate chiama anche al sano riposo e alla distensione ed è un’opportunità per avvicinare in modo incisivo i più giovani. Credo possa fare bene, nel frattempo, custodire nella memoria del cuore alcuni aspetti che hanno profondamente caratterizzato proprio i numerosi eventi vissuti in Unità pastorale nel mese di giugno.
✓ Il mese scorso ha regalato a molti l’occasione per INCONTRARSI in modo più frequente e continuativo rispetto agli altri periodi dell’anno. L’impegno di preparare, realizzare e partecipare a degli appuntamenti comunitari è stato tanto, per alcuni gravoso, ma proprio grazie al tanto tempo condiviso ci si è potuti conoscere e affezionare, nonché affinare l’arte della relazione.
✓ Le dense settimane di inizio estate ci hanno visti attenti a promuovere l’INCLUSIVITÀ e così ci siamo trovati a partecipare a momenti di lavoro, formazione e divertimento con persone di età, sensibilità, provenienza ed esperienze di fede diverse nonché condividere momenti di sport e servizio insieme a ragazzi, giovani e adulti con disabilità, scoprendoci parte gli uni degli altri.
✓ Un tratto ulteriore delle esperienze vissute è stato quello della GENERATIVITÀ: le numerose attività sono state progettate cercando di ascoltare tante voci, raccogliere proposte da più parti e condividere in modo organizzato e non esclusivo le diverse responsabilità di gestione. E così, adulti e giovani, nonché ragazzi, hanno lavorato fianco a fianco, in un comune intento di collaborare e non solo di essere compresenti nei medesimi spazi, imboccando la strada per essere comunità attente al presente e capaci di preparare il futuro.
✓ Infine, è stato importante in quest’ultimo periodo avere ben chiaro dinanzi gli OBIETTIVI COMUNITARI, il perché del darsi da fare, del farlo in un certo modo e con un certo programma: abbiamo speso tante energie per consolidare la gioia di essere comunità cristiana, di esserlo tra Parrocchie in Unità Pastorale e aperte al territorio, certi che abbiamo bisogno anche di gesti significativi per orientare il cammino.
C’è un tempo per ogni cosa, ma non lasciamo cadere queste nostre capacità: coltiviamole e affidiamole al Buon Pastore, anima, guida e custode delle nostre Parrocchie.
don Silvano, il parroco