Storia della Parrocchia
I due più antichi luoghi di culto, situati a sud della città di Padova, risultano essere l’oratorio di Pozzoveggiani (in zona Salboro) citato nei documenti ufficiali fin dal 918 d.C. e la chiesa di S. Lorenzo di Roncon (nei pressi dell’attuale parrocchia di S. Lorenzo ad Albignasego), di cui si hanno notizie certe già nel 1027.
Risulta da vari documenti che nel 1690 si presentarono al vescovo Gregorio Barbarigo, in visita pastorale proprio alla chiesa di Roncon, i delegati della Guizza, della Mandria e del Bassanello per chiedere di essere “staccati” dalla chiesa di Roncon per formare una parrocchia autonoma. Il santo Vescovo era d’accordo, ma purtroppo non se ne fece nulla per vari intralci burocratici.
Solo nel 1881 il parroco di Roncon trasferì la sua sede al Bassanello, sulle rive del Bacchiglione dando così inizio alla storia di quella che è la chiesa madre dell’Unità Pastorale del Bassanello: la parrocchia dei SS. Angeli Custodi infatti, così come quella di Santa Teresa, nascono all’interno della parrocchia di S. Maria Assunta del Bassanello per venire incontro – nel secondo dopoguerra – alle esigenze dei fedeli sempre più numerosi.
Le date principali
Il 27 agosto 1882 iniziarono i lavori per la costruzione della chiesa sotto la guida del primo parroco don Giovanni Gios. Il 23 ottobre 1892 la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta e a San Bellino, venne inaugurata e benedetta dal vescovo Mons. Callegari.
Nel 1886 don Teodoro Pasqualini succede a don Gios nella guida della parrocchia. È del 2 aprile 1900 il decreto del vescovo Callegari che eresse la parrocchia di S. Maria Assunta in sostituzione di S. Lorenzo di Roncon (che venne quindi demolita).
La parrocchia si presentava territorialmente molto estesa, con prevalenti vaste aree agricole. I confini andavano dal Ponte della Cagna di Mandriola alla chiesa dei Ferri, dal ponte Quattro Martiri ai Bastioni Santa Croce, dal Basso Isonzo alla Paltana. La consacrazione della chiesa avviene con il Vescovo Carlo Agostini mentre era parroco don Bartolomeo Vedelago, il 23 ottobre 1937.
In precedenza, nel 1930, era stato inaugurato il patronato.
Dal 1949 è stato parroco Mons. Anselmo Bernardi, poi dal 1966 don Mario Pinton a cui succedette nel 1988 don Luigi Faggin. Sono di questo periodo gli affreschi ad opera dell’artista locale Luciano Bartoli.
Dal 1991 al 2007 guida la parrocchia don Sergio D’Adam. Gli succede don Paolo Carletto che rimane fino alla fine del 2012.
Da notare che il 23 ottobre 1993, al termine delle celebrazioni per il centenario della costruzione della chiesa (1892), il vescovo Antonio Mattiazzo ha elevato la parrocchia al titolo di Chiesa Arcipretale, in ragione della storia di questa comunità “madre” di altre chiese.
Dal novembre 2012 don Luigi Bortignon assume l’incarico di parroco moderatore della neonata UNITÀ PASTORALE GUIZZA formata dalle 3 parrocchie limitrofe: S. Maria Assunta al Bassanello, Santa Teresa e Santi Angeli Custodi.
Nell’ottobre 2022 è subentrato come unico Parroco delle tre parrocchie dell’Unità pastorale don Silvano Trincanato, insieme al vicario parrocchiale don Riccardo Benetti e i collaboratori don Andrea Albertin don Giuseppe Toffanelo. Vivono tutti nella canonica parrocchiale, formando una comunità presbiterale.
Le opere interne alla chiesa parrocchiale
È riferita ad ambito emiliano la tela raffigurante la Madonna con Gesù bambino tra sant’Antonio da Padova e san Domenico di Guzmàn) collocata a coronamento dell’altare della Madonna. Proviene dal convento delle monache benedettine di San Francesco piccolo in Padova e l’arco di tempo in cui si immagina sia stata dipinta oscilla tra gli inizi del Quattrocento e la prima metà del Settecento. Alcuni studiosi ritengono di poterla attribuire al pittore Stefano da Ferrara, mentre secondo altri si tratterebbe di copia della cosiddetta “Madonna degli orbi” affrescata dal suddetto artista nella basilica del Santo a Padova.
Sopra la porta che conduce alla cappella feriale è collocato un interessante olio in cui sono visibili, nella parte superiore, Gesù esanime tra le braccia della madre, mentre sotto una nutrita schiera di angeli reca i simboli della passione: la scala da cui fu fatto scendere Cristo, le tenaglie, i chiodi, la corona di spine e la frustra. Assistono alla scena santa Chiara d’Assisi, con l’abito da badessa e l’ostensorio, e santa Scolastica, sorella di san Benedetto, recante il libro della regola benedettina, l’ostia raggiante sul petto e il pastorale. Databile alla prima metà del XVII secolo, il dipinto denota, nel cromatismo e nell’intensità emotiva dei personaggi, una provenienza spagnola che ha messo in discussione la tradizionale attribuzione a Pietro Marescalco detto lo Spada, artista feltrino del Cinquecento influenzato dalla pittura di Jacopo Bassano e di Tintoretto.
Sopra la porta della sacrestia è collocato un dipinto con il Battesimo di Gesù e committente, probabilmente realizzato in ambiente lombardo in un arco di tempo che va dal 1575 al 1610.
Il bel crocifisso processionale in legno dipinto, posto al centro della navata, è invece riferibile a maestranze nordiche attive tra XVII e XVIII secolo.