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Le origini

La piccola chiesa situata lungo la via Antonio Fogazzaro, già strada del Baraccon, costituisce la più antica testimonianza di architettura religiosa presente nella zona della Guizza. Sorse infatti nel Seicento come Oratorio della Villa Zagaglia, per volontà di Evangelista Zagaglia senior, figlio di Bartolomeo, la cui famiglia proveniva dal territorio bergamasco, prima di trasferirsi a Padova nella
zona del Canton del Gallo, ottenendo nel 1627 l’iscrizione alla nobiltà locale.

Lo stesso Evangelista senior nel 1573 fece costruire la sua residenza estiva nella zona della Guizza, nelle cui vicinanze successivamente il nipote Evangelista iunior, eresse – come ex voto dopo la cessazione della pestilenza, che aveva infierito a Padova negli anni 1630 e 1631 – l’Oratorio che dedicò alla Beata Vergine, al Bambino, all’Angelo Custode e al Beato Felice da Cantalice.

Alla morte del suddetto Evangelista Zagaglia iunior tutti i beni che gli appartenevano, compreso l’Oratorio, per testamento passarono ai nobili Scoini, suoi parenti.

In questo periodo fu visitato dal Cardinale Gregorio Barbarigo, Vescovo di Padova, il quale tentò invano di farlo divenire chiesa parrocchiale per i fedeli della Guizza che lo imploravano cum lacrimis (con le lacrime): tanto era il loro desiderio di avere finalmente una chiesa vicina.

All’inizio del secolo scorso, divenne proprietà di Luigi Pillan e, frattanto, in attesa della costruzione della nuova chiesa della parrocchia dedicata ai Ss. Angeli Custodi (istituita il 4 aprile 1954), funzionò per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche fino al 1957.

Recentemente, l’Oratorio è diventato proprietà della Parrocchia Ss. Angeli Custodi (Guizza-Padova).

Il restauro

Sul finire dell’anno 2006, la Comunità dei Ss. Angeli Custodi ha deciso di riportare la piccola chiesa di via Fogazzaro ad essere parte attiva della vita parrocchiale, dopo decenni di abbandono. In breve tempo l’Oratorio è stato liberato dai detriti che ostruivano l’entrata quindi, con un fondamentale contributo economico della Fondazione Cariparo, sono stati avviati i lavori di un completo consolidamento e restauro che ha messo in luce due importanti affreschi, un angelo e una Madonna, mai citati in nessun documento e di cui si ignorava l’esistenza.