Ritornati domenica scorsa dal Pellegrinaggio a Roma per il Giubileo (16-19 gennaio), sentiamo la gioia di condividere con voi quanto vissuto. Ben consapevoli che il Giubileo può essere vissuto in tanti modi e da tutti, anche da chi non avesse la possibilità di attraversare le porte sante delle basiliche papali, siamo a dirvi che abbiamo vissuto alcuni giorni molto significativi sui passi di tanti pellegrini che lungo i secoli hanno fatto il cammino delle sette chiese e di tantissimi altri che in quest’anno sono “pellegrini di speranza”.
• “Sono state quattro giornate molto intense, un viaggio di riscoperta interiore, un’esperienza talmente intima e forte che mi è difficile descrivere con parole. La visita ai Giardini di Bomarzo (Vt) mi ha introdotto all’intera esperienza di pellegrinaggio, aiutandomi a cogliere gli affanni e le fatiche che l’uomo incontra lungo la vita, fino ad arrivare alla pace e al ristoro di Dio. La scelta di vita radicale delle monache Trappiste di Vitorchiano (Vt) mi ha trasmesso un forte senso di pace interiore. Nel percorso compiuto tante volte da San Filippo Neri, sono stato toccato dalla forza delle fede della certezza che gli apostoli Pietro e Paolo e tanti martiri avevano in Gesù Cristo” (Enzo).
• “La speranza a cui ci chiama questo Giubileo è un filo rosso che accompagna la vita di ogni persona e in particolare di ogni cristiano: tutti desideriamo il meglio e noi credenti andiamo alla salvezza certi dell’amore senza condizioni del Signore nei nostri confronti. Mai come in questo nostro contesto storico, caratterizzato da numerose e atroci guerre, è importante e attuale coltivare la speranza come principio ispiratore della vita, ben consapevoli che la possiamo custodire e alimentare con la preghiera” (Mario).
• “In questi giorni ho incontrato tanta gente sconosciuta, di vari paesi, di vari colori, dove l’unico e uguale pensiero era la preghiera, quasi fosse un collante che ci univa tutti indistintamente per un unico scopo, ricercare in noi stessi la Speranza che solo Dio può donare, certi che lui non ci abbandona e mai ci delude” (Lucia).
• “Passare la porta santa è un’opportunità per entrare nuovamente nella nostra vita di fede, certi che è sempre possibile ripartire e riprovarci, perché Dio non si stanca mai di noi. Quando si varca una porta si è istintivamente portati a spingere lo sguardo il più lontano possibile per scoprire cosa c’è oltre la porta e così lo sguardo diventa più acuto e attento ad accorgersi degli altri, di quanti soffrono, lottano, vivono esistenze non dignitose e sperano, come da antica tradizione della Chiesa, che il Giubileo sia occasione per importanti azioni di giustizia sociale. Attraversando la porta Santa ci si sente provocati a fare scelte di libertà che diano più senso alla vita e rendano più autentica la nostra fede!” (Barbara).
I pellegrini del Giubileo a Roma