Tra pochi giorni inizieremo la Quaresima, tempo di conversione e ritorno al Signore. Come pellegrini di speranza, cammineremo verso la Pasqua del Signore e nostra, sapendo bene che lui è la nostra meta e il nostro compagno di viaggio. È lui il Giubileo che lungo quest’anno celebriamo insieme a tutta la Chiesa, ossia l’anno di grazia e di misericordia aperto e mai chiuso, che sempre ci è donato con una porta eternamente spalancata.
Inizieremo la Quaresima con l’austero segno dell’imposizione delle ceneri mercoledì 5 marzo e, sostenuti dalla Parola di Dio celebrata ogni domenica e ascoltata a piccoli gruppi nelle case, cercheremo di aprirci ai doni del Signore, quelli che contempleremo nei giorni della sua passione, morte e risurrezione e, in modo tutto particolare, nella notte pasquale, tra il 19 e il 20 aprile per poi vivere risorti, ricchi di quella speranza che la Pentecoste rinnoverà in tutti noi domenica 8 giugno.
Il pellegrino che si mette in viaggio, desideroso di avvicinarsi a Dio, sperimenta tanti stati d’animo prima e durante il cammino, frutto delle sue esperienze e del vissuto personale, moti del cuore che danno ritmi diversi al suo andare. Noi non faremo fisicamente un cammino a piedi lungo le antiche vie che conducono a Roma, Gerusalemme o altre città dove sono raccolte le memorie di Cristo e dei santi, tuttavia, ben consapevoli che il Signore ha una promessa da portare a compimento, saremo chiamati a vivere la Quaresima da pellegrini interiormente coinvolti.
• Trasformiamo, allora, in passi di speranza i nostri passi incerti e dubbiosi, dalla fede tiepida, contorta e chiusa, così da poter accogliere la presenza misteriosa di Dio nella preghiera e nella Messa domenicale.
• Rallentiamo i nostri passi frettolosi e indaffarati, quelli che ci impediscono di lasciarci interrogare e interpellare dai fatti quotidiani, dai volti delle persone e dalle loro storie, così da scoprire la presenza di Dio nella vita.
• Diamo un ritmo ai passi trascinati e lenti, sostenuti dalla parola di Dio ascoltata personalmente e nei piccoli gruppi dei Centri di ascolto del Vangelo, lasciando che la voce del Signore ci sostenga e dia senso alle nostre giornate.
• Tramutiamo in passi di danza il nostro andare, certi che nella Pasqua del Signore vi è il compimento di ogni nostra attesa, la salvezza che dona pienezza alla nostra vita e al mondo, la notizia che apre al futuro e incoraggia ad entrarvi nella certezza di trovare sempre e comunque il Signore.
Abbiamo dinanzi quaranta giorni per imparare a camminare in modo nuovo, per lasciare al Signore la possibilità di rieducare i nostri passi e renderli nuovi. Non sediamoci prima di cominciare, pensando sia una prova troppo ardita, ma diamo credito alla Grazia del Signore.
Il parroco, don Silvano