Menu Chiudi

COMUNITA’ DI POVERI

Insieme a tutta la Chiesa, viviamo in questa domenica l’ottava Giornata mondiale dei poveri, desiderosi, insieme a Papa Francesco, che sia anche un’occasione di educazione alla preghiera, in sintonia con il tempo di preparazione al Giubileo del prossimo anno.
Ogni giorno siamo chiamati a ricordarci dei poveri, di quei milioni di donne, uomini, bambini che non hanno sufficienti risorse per vivere e affrontare la vita in modo dignitoso. In ogni momento si levano dal mondo intero domande di giustizia e solidarietà che non possiamo non ascoltare e sentire nostre, tanto da presentarle all’unico Padre: sono le domande di chi non ha acqua, cibo e vestiti perché abita in territori colpiti dalle carestie o segnati dalla guerra, di chi compie viaggi estenuanti alla ricerca di un domani per sé e la propria famiglia, ma anche di famiglie in cui gli adulti hanno perso il lavoro o sono entrati in situazioni di precarietà tale che non hanno soldi a sufficienza per arrivare a fine mese o per entrare nel circolo delle relazioni sociali. Per loro siamo chiamati a pregare costantemente, in modo convinto e fiducioso, consapevoli che preghiera per loro è anche chiedere alla società civile di fare la sua parte, di educarci all’attenzione reciproca sin dalla scuola come pure nel mondo del lavoro, rendendo possibile per tutti l’accesso ai necessari servizi sociali.
In modo particolare, siamo chiamati a pregare CON i poveri, ben consapevoli che “la preghiera del povero sale fino a Dio” (cfr Sir 21,5), come ci ricorda il messaggio del santo padre per questa Giornata. Pregare con i poveri è possibile se anche noi diventiamo poveri. Non si tratta di scegliere la miseria ma di lasciarci spogliare da ogni ricchezza tanto da perdere la sicurezza solo in noi stessi e imparare a chiederla a Dio. Ecco il senso della predilezione di Dio per i poveri: Egli ama tutti, ricchi e poveri ma trova spazio solo nel cuore sgombro di ricchezze. Per questo Dio “ha rovesciato i potenti dai troni, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1,52-53): non per punirli o fare un atto di giustizia sociale ma per metterli nella situazione di aprirsi a lui e riconoscere che tutto è dono suo. In questo senso la nostra preghiera è autentica se riconosciamo che tutto è dono di Dio.
Dal portare al Signore i poveri e dall’andare a lui “poveri con i poveri”, nasce “la preghiera della carità” che si traduce in attenzioni, personali e comunitarie, per i poveri: da questa nascono nelle nostre parrocchie i pranzi con i senza fissa dimora che realizziamo ogni prima e seconda domenica del mese, la raccolta e consegna di generi alimentari, la visita agli ammalati e alle persone sole nelle case, l’accoglienza di alcune donne rifugiate con i loro figli, il doposcuola per i ragazzi e tante altre attenzioni… Dallo stare con il Signore insieme ai poveri nasce la carità, che non è la sola elemosina ma l’amore fraterno che ci rende attenti gli uni agli altri.
In cammino verso l’Anno Santo, apriamo gli occhi su tutti coloro che abbiamo a fianco e lasciamoci coinvolgere in gesti e preghiere sinceri, riscoprendoci comunità di poveri, “pellegrini di speranza”.
don Silvano, il parroco