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MAGGIO CON MARIA

Maggio è il mese che più di ogni altro associamo alla Vergine Maria. Sebbene con meno partecipazione di un tempo, ancora oggi tante persone, gruppi e comunità coltivano in questo periodo la preghiera del Rosario, offrendo come rose profumate, delle semplici “Ave Maria” alla Madre del Signore e della Chiesa, e insieme a lei, guardando con fede al Signore.
Innestata in tradizioni più antiche che già celebravano in questa stagione le dee pagane collegate alla fertilità e alla primavera, alla vita e alla maternità, la devozione a Maria ha trovato un particolare slancio nel Medioevo, soprattutto
con il diffondersi della preghiera del Rosario e delle riflessioni, preghiere e pratiche di alcuni santi, fra tutti Filippo Neri, che nella Roma del ‘500 raccoglieva dinanzi alle edicole di Maria i ragazzi dell’Oratorio, coinvolgendoli in una preghiera semplice e a misura dell’età.
Ma qual è il significato della devozione mariana nella Chiesa? Il Concilio Vaticano II, nel capitolo VIII della Costituzione dogmatica Lumen gentium, spiega che “Maria, esaltata per grazia di Dio, dopo suo Figlio, al di sopra di tutti gli angeli e gli uomini, perché è la Madre santissima di Dio, che ha preso parte ai misteri di Cristo, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale” (n. 66). Insegna pure che questo culto, “sebbene del tutto singolare, differisce essenzialmente dal culto di adorazione reso al Verbo incarnato cosi come al Padre e allo Spirito Santo, ed è eminentemente adatto a promuoverlo” (n. 66). Inoltre, incoraggia i fedeli a coltivare questa devozione , nella consapevolezza, tuttavia, che “non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la madre nostra e all’imitazione delle sue virtù” (n. 67). “La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore” (n. 68).
Sentiamoci tutti incoraggiati ad affidarci a Maria, anche partecipando alla preghiera della sera nei diversi punti dell’Unità pastorale. A lei rivolgiamoci per lasciarci condurre al suo Figlio Gesù; a lei accompagniamo i bambini e i ragazzi perché avvertano la sua tenera presenza; a lei affidiamo le nostre famiglie e comunità, come pure le tante necessità del mondo. Andiamo a lei certi della sua cura materna ma, soprattutto, desiderosi di vivere una preghiera che ci renda ogni giorno disponibili alla Parola di Dio.
Il parroco, don Silvano