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CRISTIANI NEL MONDO

Le prossime settimane saremo impegnati nelle celebrazioni delle feste patronali della Parrocchia di Santa Teresa di Gesù Bambino (1 ottobre), dei Santi Angeli Custodi (2 ottobre) e dei 125 anni della Parrocchia del Bassanello (23 ottobre).
Ottobre sarà un mese in cui ringrazieremo il Signore per il dono di far parte della Chiesa e per le comunità cristiane in cui viviamo fraternità, ascolto della Parola e i sacramenti. Dobbiamo riconoscere il grande dono ricevuto: grazie alla comunità cristiana, abbiamo scoperto il Vangelo e la parte più profonda della vita, quella che dona energia e bellezza al mondo.
Anche se le nostre radici nelle parrocchie possono variare, vale la pena partecipare alle celebrazioni e approfittare delle occasioni di convivialità, consapevoli che formiamo il corpo di Cristo risorto. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che siamo parte di un mondo più grande segnato anche da eventi che chiedono con urgenza unità e pace. Il creato violato, le difficoltà sociali e politiche, le guerre e la povertà non ci lasciano indifferenti. Il nostro cuore rimanga aperto a tutti, insieme a Dio, perché riusciamo ad interessarci sinceramente degli altri.
Nessuno di noi è chiamato a intraprendere grandi azioni di pace, ma tutti abbiamo il dovere di restare vigili e accompagnare con responsabilità il mondo. Siamo chiamati a contribuire alla riconciliazione umana, partendo da una sincera conversione spirituale e culturale che faccia crescere il Regno di Dio. Oltre a pregare per le necessità del mondo, perciò, cercheremo dei modi concreti per accompagnare le comunità cristiane perseguitate e i popoli oppressi, vivendo un “dialogo disarmato e disarmante” (Papa Leone XIII) con tutti, promuovendo il rispetto per la diversità di ciascuno.
Sto forse sognando a occhi aperti? Forse sì, ma riscoprirsi come comunità cristiana va di pari passo con il riscoprirsi parte di questo mondo. Come dice il Concilio Vaticano II: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, soprattutto dei poveri e di tutti coloro che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla di genuinamente umano può non trovare eco nel loro cuore» (Gaudium et spes, 1).
Il parroco, don Silvano