Menu Chiudi

UNA LIETA SORPRESA DELLO SPIRITO

(La notte del 13 marzo 2013)
Quasi allo spirare di giorno – la sera del “Buona sera” del papa nuovo –, tutti sentimmo un odore di madia e l’aria dello Spirito che non ha mai lasciato la sua Chiesa, e che quella notte ci faceva respirare a pieni polmoni, ci faceva intuire la grandezza di chi, sapendosi piccolo, si affidava senza riserve nelle mani di Dio per iniziare un grande servizio nella Chiesa per il Regno. Poi Francesco, con convinta insistenza, parlò di “Chiesa di Roma” e subito si sciolse nell’anima la vibrazione-fremito di una forte gioia teologica… Poi l’inchino al suo popolo e fu “carezza dell’umiltà” sull’anima ormai desiderosa delle tue coccole paterne… Poi ancora ha chiesto, a forte sorpresa, d’essere benedetto dal popolo cristiano prima di benedirlo lui con la formula solenne del libro liturgico… S’inchinò infine in umiltà, con riverenza silente e prolungata, aspettando che la parabola della preghiera della Chiesa salisse all’Altissimo e riscendesse benedicente sul suo capo… Francesco, col suo inchino c’insegna ancora che il nostro mutuo benedirci cuce il canto dell’amore paterno e il canto dell’ubbidienza filiale… Il suo umile inchino ha detto col suo silenzio che noi siamo creature sgusciate, consegnate ai venti più freddi finché non soccorrano la benedizione dei fratelli che promette un amore d’aiuto e la benedizione dei padri che assicura la custodia ai figli…

di Michele Giulio Masciarellida Settimana News del 13 marzo 2017