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IL BELLO DELLA SANTITA’

I prossimi 1 e 2 novembre, sono due giorni che hanno molto da dire alla nostra vita: la celebrazione di tutti i santi e il ricordo di tutti i defunti ci aiutano a mettere insieme la nostra fragilità e la profonda sete di realizzazione piena. Nella fede, il nostro essere creature non è un problema, come spesso ci ritroviamo a pensare, ma la vera e grande occasione : nel nostro essere semplicemente umani vi è un sogno di Dio, una promessa che giunge alla sua realizzazione in una vita spesa al meglio alla maniera di Cristo Gesù nell’attesa di vivere per sempre con lui.
La nostra esistenza si realizza proprio nella santità che nulla ha a che fare con la perfezione umana ma con la vita buona e bella “della porta accanto” e vediamo “nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere” (Francesco, EG 7).
Il nostro territorio non ha un proprio cimitero e ciò non ci permette in questi giorni di pregare insieme, come comunità, accanto alle tombe nei nostri cari, quasi toccando con mano la comune fragilità della vita. Non mancano tuttavia le occasioni per sentirci accomunati dalla medesima debolezza dei familiari, parenti e amici che, magari dopo una lunga malattia o improvvisamente, sono morti e vivere questa comune caratteristica con fede e amore, consapevoli di essere preziosi così come siamo, aiutandoci a vivere con speranza, desiderando l’eternità e anticipandola qui, oggi, grazie alla preghiera, ai sacramenti e alla carità.
La vita quotidiana in famiglia, al lavoro, nel quartiere, in parrocchia, ci fa sperimentare la fragilità dei nostri caratteri, della nostra generosità, della nostra fede, del nostro servizio per la crescita del regno di Dio ma sono proprio questi i luoghi e i momenti in cui ritornare alla verità più profonda, ossia scoprirci creature di Dio capaci di aiutarsi nel vivere la santità quotidiana.
Il parroco, don Silvano