L’accoglienza delle donne rifugiate con bambini

L’educazione alla fede è un elemento importante e vitale per le nostre comunità: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”
(Francesco, Evangelii Gaudium, 1)
Da alcuni anni negli ambienti della canonica del Bassanello, accanto alle missionarie comboniane, vengono accolte alcune mamme e bambini rifugiati. Favorire il loro cammino verso l’autonomia e l’inserimento nella comunità civile e religiosa significa, come diceva don Tonino Bello, favorire la “convivialità delle differenze”. Questa scelta è un modo concreto di costruire la pace, di praticare la giustizia e la carità sulla scia delle prime comunità cristiane che, guidate dallo Spirito Santo, hanno saputo aprire le porte a tutti, indipendentemente dalla cultura e luogo di provenienza, come abbiamo visto nei recenti incontri con gli Atti degli Apostoli. Ogni persona può sentirsi “a casa” nella comunità cristiana riunita attorno alla Parola e all’Eucarestia. Se, da un lato, l’accoglienza quotidiana delle mamme e dei bambini ospitati è supportata dalla Comunità Missionaria Malbes, dall’altro l’accoglienza di queste persone è un’attenzione dell’intera comunità cristiana che in diversi modi sta cercando di farsi accanto a loro attraverso la Caritas parrocchiale. Questa e altre attenzioni – la raccolta mensile di alimenti da distribuire a chi è nel bisogno, l’aiuto alle mamme nel conciliare gli impegni di lavoro con la scuola, la malattia dei bambini e altro – dicono esplicitamente il nostro intento di saper accogliere e amare: siamo consapevoli, tuttavia, che, prima ancora di cose o soldi, l’accoglienza vive del praticare e incrementare la relazione. C’è bisogno di pane ma anche di sentirsi accolti e apprezzati per i doni che ognuno ha e che può a sua volta mettere al servizio del bene comune.
Alcuni volontari delle Caritas