Con il camposcuola dei giovani in Puglia, abbiamo concluso le attività estive dei ragazzi e giovani delle nostre comunità. Nel salutare al rientro i vari gruppi e i genitori sopraggiunti per accompagnarli a casa, ogni volta qualche adulto mi ha detto: «Perché non realizzare un camposcuola anche per i genitori?».
Una domanda del genere penso vada colta sul serio. Aldilà della realizzazione o meno di campiscuola per i genitori, credo sia fondamentale che una comunità si prenda cura della fede degli adulti almeno tanto quanto quella dei ragazzi e dei giovani. Da una parte la vita spirituale chiede di rimanere sempre in cammino, disponibili a conoscere ulteriormente se stessi, gli altri e Dio, dall’altra senza degli adulti significativi, ossia credenti credibili, non è possibile, per quanto ci compete, dare volto a comunità capaci di generare alla fede. La maturazione cristiana non è il risultato della somma di incontri o proposte condivise in parrocchia ma un’esperienza quotidiana frutto di incontri che lasciano il segno e mostrano una via affidabile, tanto da aprire la strada all’incontro con il Signore della vita. In questo senso, potremmo dire che avere cura dei ragazzi e dei giovani non chiede soltanto di progettare delle attività e dei percorsi di crescita a loro misura ma anzitutto di favorire la maturazione nella fede degli adulti che sono al loro fianco nella vita quotidiana fatta di famiglia, scuola, sport, università, lavoro e parrocchia. La risposta positiva alle diverse attività estive delle nostre Parrocchie e la stupenda esperienza della Giornata Mondiale dei Giovani a Lisbona vissuta anche da alcuni giovani della nostra Unità pastorale, ci dicono chiaramente che nei giovani c’è un’apertura alla vita cristiana che, se intercettata, è capace di accompagnarli al Vangelo. Questa disponibilità è affidata agli adulti, chiamati in prima persona ad aiutarli nella ricerca e formazione spirituale, sapendo raccogliere le loro domande, i loro silenzi e i loro slanci ma, soprattutto, vivendo le proprie giornate alla luce dell’incontro con il Signore e della sua Parola.
La vita è un testo, un dialogo in cui intrattenersi con il Padre Celeste da figli e noi adulti siamo chiamati a leggerla per primi per comprenderla e viverla nella sua complessità come dono di Dio. Penso sia anche questo uno degli atteggiamenti necessari per essere significativi accanto ai giovani: se saremo credenti capaci di entrare in relazione con Dio e di ascoltare cosa ci sta dicendo nella quotidianità, allora la nostra vita di fede avrà qualcosa da dire anche ai più giovani.
Il parroco, don Silvano