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COS’È LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

(Da: Settimana News; 17 gennaio 2017)
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC), tradizionalmente, si svolge dal 18 al 25 gennaio. Fu avviata ufficialmente dal reverendo episcopaliano Paul Wattson a Graymoor (New York) nel 1908 come Ottavario per l’unità della Chiesa, auspicando che divenga pratica comune, con un significato chiaramente simbolico: l’apertura avviene in coincidenza con la memoria della cattedra di san Pietro, mentre la chiusura si collega alla memoria della (cosiddetta) conversione di san Paolo.

Se l’ecumenismo, inteso come il processo di riunificazione delle Chiese cristiane dopo le tante fratture interne avvenute nel corso della loro storia, sta attraversando oggi una complessa fase di transizione, contrassegnata di volta in volta da chiusure identitarie, incertezze e aperture insperate, in occasione di ogni SPUC siamo comunque chiamati a ricordarci a vicenda che la lentezza e la fragilità di tale cammino, caduto in un inverno arduo da decifrare dopo le grandi speranze suscitate dal Vaticano II e dai primi passi che ad esso seguirono, mettono in discussione l’azione missionaria del cristianesimo. E dunque, il suo stesso senso nel mondo attuale (…) Nel 2008 venne celebrato solennemente, in tutto il mondo, con vari eventi, il primo centenario della SPUC (…)

Oggi ha inizio una nuova SPUC, nella speranza che sia sfruttata appieno anche a livello di Chiese locali. Provando a camminare insieme: senza illusioni, ma con la fiducia derivante dalla consapevolezza che si tratta di un itinerario difficile eppure sempre più necessario. In questa direzione si pone papa Francesco quando, nell’esortazione post sinodale Evangeliigaudium (2013), scrive: «Se realmente crediamo nella libera e generosa azione dello Spirito, quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri! Non si tratta solamente di ricevere informazioni sugli altri per conoscerli meglio, ma di raccogliere quello che lo Spirito ha seminato in loro come un dono anche per noi» (n. 246).

Brunetto Salvarani