Centri di ascolto sul Vangelo. Come mai questa scelta? Nel vivere la parrocchia in questo tempo, spesso ci ritroviamo a fare il confronto con i ricordi di tempi e occasioni in cui le chiese e i patronati erano pieni di ragazzi, giovani e adulti. Allora emerge la gioia per tante esperienze fatte ma più volte la nostalgia velata di tristezza: nascono anche dei sogni e desideri che spesso si trasformano in richieste alla parrocchia perché organizzi iniziative utili ad attirare le persone. Qualcuno, forse, pensa che il Sinodo diocesano sia stato pensato proprio per riportare la gente in comunità.
Parlare di Chiesa e di comunità cristiana nel 2023, chiede di fare i conti con una realtà profondamente cambiata rispetto agli anni passati: la presenza di tante persone provenienti da altre culture, la vita frenetica, la mobilità abitativa di tante famiglie, il calo radicale di nascite e di figli battezzati, il venire meno di un contesto tanto robusto da condurre la maggioranza verso una medesima direzione, hanno profondamente ridimensionato quanti partecipano alla vita parrocchiale. Oggi la comunità cristiana è un piccolo resto dentro a un ambiente abitato da una maggioranza di persone che hanno altri interessi e punti di riferimento.
Così ridimensionata, la comunità cristiana è chiamata a vivere nel territorio portando il suo specifico che non è anzitutto rendere vivace una piazza o animare iniziative sociali per ravvivare il quartiere ma coltivare una fede genuina ed essenziale, condividerla con gli altri cristiani celebrando il Signore e vivendo la carità fraterna, portare dentro i luoghi quotidiani la gioia dell’incontro con il Signore. Promuovere la serena convivenza tra quanti abitano un quartiere, fare rete con le diverse realtà presenti perché vi siano servizi utili e adeguati è un contributo straordinario che il cristiano è chiamato ad offrire nel suo abitare il mondo ma allo stesso tempo non può tralasciare la cura della vita spirituale e della relazione personale e comunitaria con il Signore, pena il diventare “sale senza sapore” (cf. Mt 5,13). Parte anche da qui la proposta dei Centri di ascolto per le prossime settimane. Ascoltare la parola di Dio, ascoltarla insieme in un contesto semplice e famigliare, è sin dai primi secoli della Chiesa un’esperienza capace di costruire la comunità e di renderla lievito nel mondo. Crediamoci insieme e rendiamola capillare, vivendola tra famiglie che abitano in una medesima via o condominio, quasi a costruire una rete spirituale che innervi il territorio delle nostre comunità e rafforzi la vita cristiana nell’oggi della Chiesa.
Il parroco, don Silvano