Il tempo scorre e siamo già alla Festa di Cristo Re dell’universo che porta a compimento l’anno liturgico. Dentro al “tempo che è fuori dal tempo”, perché segnato ormai dalla Pasqua del Signore, noi viviamo tante situazioni, piccole e grandi, che siamo chiamati ad accogliere come occasioni in cui riconoscere la presenza di Dio e il suo agire nonché collaborare con lui a far crescere l’umanità rinnovata.
Passa il tempo, scorrono i minuti, le ore, i giorni e mentre il Signore guida la storia del mondo e nostra, noi corriamo il rischio di abituarci alla sua presenza e ai suoi doni, consumando esperienze, dando per scontate tante cose grandi, lasciandoci scorrere tra le mani i suoi talenti (vedi il Vangelo di domenica scorsa). Ci abituiamo alla vita, ad avere una casa come pure all’amore: ci abituiamo al Vangelo, al dono della preghiera e dei Sacramenti, al dono della Chiesa e della comunità parrocchiale; ci abituiamo alla fraternità, all’amicizia, alla gioia e alla pace. Per altri versi ci abituiamo anche alla violenza e alla guerra. Vivendo così non è più Gesù Cristo il Signore della nostra vita, bensì altro e altri: ci ritroviamo a lasciarci giocare dagli eventi piuttosto che giocare al meglio i doni ricevuti.
Il Signore, però, continua ad essere il “Kyrios”, il solo Re dell’universo, colui che ha vinto il male e addirittura la morte e che non smette di affacciarsi alla nostra vita per farci abitare nel suo amore. L’Avvento che inizieremo domenica prossima sarà l’occasione per accorgerci di questa sua presenza e del suo venire ogni giorno nella piccola vita nostra e di tutti. In modi diversi nelle prossime settimane il Signore ci dirà che egli viene come il “principe della pace” (Is 9,5) e così ci aiuterà a non abitarci alla guerra, a nessuna guerra, lontana o vicina, tra popoli e nazioni e tra di noi ma “adtendere” lui, ossia ad andare verso di lui che desidera raggiungerci in ogni situazione.
Portando la sua pace, il Signore verrà a darci energie nuove per realizzare le novità che lui ha inaugurato. Sarà questo il nostro cammino di Avvento e, mentre di domenica in domenica costruiremo la parola “pace” in ciascuna delle tre chiese – anche con delle grandi lettere di cartone -, lui ci porterà il suo annuncio, cercando di farsi strada dentro di noi, nei nostri atteggiamenti e nelle nostre scelte.
Costruiremo la “PACE” solo con le parole?
Il parroco, don Silvano