Il Giubileo che stiamo vivendo dal Natale scorso, non è solo un’occasione celebrativa, ma anzitutto una grande opportunità data dal Signore e dalla Chiesa per sperimentare la Misericordia di Dio. Come originariamente, anche oggi il Giubileo è una grande occasione per ripartire, per dare e ritrovare la libertà dei figli di Dio e lasciar riposare la terra, così che noi e l’intera creazione possiamo vivere al meglio il disegno di Dio (Lev 25,8-10).
Da questa libertà, dono del perdono di Dio, scaturisce una Speranza rinnovata che da nuovo slancio al nostro pellegrinaggio terreno.
Per fare autentica esperienza giubilare, credo possa essere utile, nel bel mezzo dell’estate, tornare a una domanda posta da papa Francesco nel luglio 2021: “Sappiamo davvero riposare?”. Non è una domanda banale. In un mondo frenetico, dove il “fare” spesso prevale sull’“essere”, il riposo è frainteso. Alla luce del Giubileo, va riscoperto come dono di Dio, manifestazione della sua signoria sulla nostra vita e sulla creazione, ben oltre la nostra pretesa di controllo e gestione di tutto. Se la terra ha bisogno di riposo, quanto più ne abbiamo noi per ritrovare unità interiore e armonia con gli altri. La liberazione da ogni schiavitù – precetto del Signore – oggi significa favorire la libertà da oppressioni, debiti, precarietà, cattive abitudini e dipendenze, anche nostre.
Per meglio rispondere alla domanda già posta da papa Francesco, ne aggiungo qualche altra:
• Sappiamo stare nella gratuità o riempiamo il nostro tempo solo con i “riposi” passeggeri offerti dalla società dei consumi?
• Sappiamo riposare senza pesare sugli altri e sulla creazione?
• Siamo capaci di riposare dalla nostra autosufficienza e di aprirci all’aiuto reciproco?
• Troviamo pace nella Parola di Dio e nella preghiera?
• Sappiamo affidare i nostri affanni al Signore e riposare in lui?
• Lo Spirito Santo è per noi un “riposo nella fatica”, o lo vediamo solo come colui che ci spinge senza sosta?
Il riposo è un diritto di tutti ed è inaccettabile che milioni di persone non possano riposare a causa di disoccupazione, sfruttamento, precarietà, guerre o povertà. A partire da noi, siamo chiamati a ridare al Giubileo la sua valenza economica e sociale, rendendolo una vera esperienza spirituale. Con gesti e scelte di autentico riposo, siamo chiamati a ridare il giusto valore alle persone e al lavoro, alla festa e a Dio, facendo spazio a cordialità, ospitalità e comunione. Giocare con i figli, passeggiare con i propri cari, condividere un pasto, donare un sorriso, stare senza fretta assieme agli altri, contemplare la natura, visitare un luogo d’arte o di grande valenza sociale, sostare sulla Parola di Dio e in preghiera: tutti segni che favoriscono la vera liberazione e infondono speranza.
Il parroco, don Silvano