L’inizio di ottobre è stato occasione per celebrare i patroni di due delle nostre Parrocchie, ma anche per condividere, con l’intera nazione, la festa di San Francesco d’Assisi. Quest’anno, in particolare, si ricordano gli 800 anni dalla stesura del Cantico delle creature e ci si avvicina all’ottavo centenario della sua morte, avvenuta nel 1226. Forse è passata inosservata un’altra ricorrenza, in parte laica ma significativa per noi cristiani. Il 4 ottobre, in concomitanza con la festa del Poverello di Assisi, si è tenuta l’undicesima Giornata Nazionale del Dono, pensata per promuovere la cultura della solidarietà coinvolgendo cittadini, scuole, Comuni e associazioni in tutta Italia.
La cultura del dono è fondamentale. Non si riduce a fare la carità o elemosina, ma esprime un’apertura del cuore alla condivisione. Parte dalla consapevolezza che ogni bene non è solo “mio” ma “nostro”: qualcosa di comune che, quando è condiviso, fa sbocciare un sorriso, fa crescere la dignità e la fraternità. La capacità di donare nasce da un cuore che sa ascoltare non solo i propri bisogni, ma anche quelli degli altri. Un cuore compassionevole, che non resta sordo alle attese di chi ci sta accanto e di quel povero Lazzaro, di memoria evangelica, che sta alla porta della nostra casa.
“Prima che una questione religiosa, la compassione è una questione di umanità.
Prima di essere credenti, siamo chiamati a essere umani”, ha ricordato papa Leone. Il discepolo di Gesù sa bene che “si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,35).
Incoraggiati da Francesco d’Assisi a riconoscere nel Signore la sorgente di ogni bene, confessiamo nella fede che donare è restituire ciò che abbiamo ricevuto. Tutto ci è dato gratuitamente da Dio: la vita, l’amore, i beni materiali. Quando doniamo, restituiamo ciò che ci è stato affidato.
Il bene più prezioso che abbiamo ricevuto, e che non possiamo trattenere senza perderlo, è il Vangelo. Ce lo ricorda il mese di ottobre, dedicato alla missione della Chiesa. “Sentiamoci ispirati a metterci in cammino sulle orme di Gesù, per diventare, con Lui e in Lui, segni e messaggeri di speranza in ogni luogo e circostanza che Dio ci dona di vivere. Che tutti i battezzati, discepoli-missionari, facciano risplendere la sua speranza in ogni angolo della terra!” (Dal Messaggio di papa Francesco per la XCIX Giornata Mondiale Missionaria).
don Silvano, il parroco