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GESU’, PRINCIPE DELLA PACE

Insieme all’intera diocesi di Padova, stiamo vivendo l’Avvento guardando a Gesù “Principe della pace”. In questo tempo di guerre e altre violenze, è un forte segno di speranza: nonostante l’apparenza, il Signore sta costruendo il suo Regno e la nostra preghiera ha valore. Se Gesù è principe di pace, noi siamo chiamati ad essere “operatori di pace”, come lui ci ha detto (cf. Mt 5).
La nostra Unità Pastorale nella Parrocchia del Bassanello ha preso sul serio questo suo invito, accogliendo da alcuni mesi negli ambienti della canonica, accanto alle missionarie comboniane, alcune mamme e bambini rifugiati. Favorire il loro cammino verso l’autonomia e l’inserimento nella comunità civile e religiosa significa, come diceva don Tonino Bello, favorire la “convivialità delle differenze”. Questa scelta è un modo concreto di costruire la pace, di praticare la giustizia e la carità sulla scia delle prime comunità cristiane che, guidate dallo Spirito Santo, hanno saputo aprire le porte a tutti, indipendentemente dalla cultura e luogo di provenienza, come abbiamo visto nei recenti incontri con gli Atti degli Apostoli. Ogni persona può sentirsi “a casa” nella comunità cristiana riunita attorno alla Parola e all’Eucarestia. Se, da un lato, l’’accoglienza quotidiana delle mamme e dei bambini ospitati è supportata dalla Comunità Missionaria Malbes, dall’altro l’accoglienza di queste persone è un’attenzione dell’intera comunità cristiana che in diversi modi sta cercando di farsi accanto a loro attraverso la Caritas parrocchiale. Questa e altre attenzioni – la raccolta mensile di alimenti da distribuire a chi è nel bisogno, l’aiuto alle mamme nel conciliare gli impegni di lavoro con la scuola, la malattia dei bambini e altro – dicono esplicitamente il nostro intento di saper accogliere e amare: siamo consapevoli, tuttavia, che, prima ancora di cose o soldi, l’accoglienza vive del praticare e incrementare la relazione. C’è bisogno di pane ma anche di sentirsi accolti e apprezzati per i doni che ognuno ha e che può a sua volta mettere al servizio del bene comune.
La carità è uno dei doni che evidenziamo particolarmente in questo tempo di Avvento, convinti che attraverso di essa si costruisce la pace più vera. La pace è un dono da accogliere dal Signore e da praticare insieme a lui facendosi compagni di viaggio con piccoli ma concreti segni di accoglienza accanto a tutti, in particolare a chi vive situazioni di fragilità economica, relazionale, educativa o di chi è solo perché discriminato. È sulla comune dignità delle persone, sulla fiducia nell’altro, sulla sua capacità di diventare protagonista della propria vita, sull’uguaglianza e sulla giustizia che si fa Chiesa e si costruisce l’umanità nuova.
Alcuni volontari delle Caritas