Chi è stato sul monte Tabor in pellegrinaggio forse ricorda una salita ‘avventurosa’ in taxi. Chi vuole più ricordi possibili del vangelo si muove con i mezzi. Ma non è stata l’esperienza di Giacomo, Giovanni e Pietro di cui ci parla il vangelo di questa domenica. Loro sono saliti a piedi. Gesù ha da poco detto a Pietro di non intralciargli il cammino, ma di metterglisi dietro. E l’ha detto a tutti quelli che vogliono seguirlo.
Papa Francesco ne ha preso lo spunto, in una lettera per la Quaresima, per ricordarci che l’ascesi di questo tempo liturgico è come una salita in montagna. Ascesi è una parola greca che indica un sano allenamento. Caratteristica dell’ascesi, ricorda il papa, è ‘sforzo, sacrificio e concentrazione’. Proprio come in una salita ‘su un alto monte’.
C’è sforzo e sforzo. Un montanaro sa che ‘forze’ attivare nella salita, quali muscoli. Io di solito sono più ‘generoso’ di lui: attivo anche i muscoli delle mascelle, della fronte, delle spalle, e chissà quanti altri. E così mi stanco di più, e mi scoraggio. È così anche con Dio?
All’ordine di Dio di non mangiare del frutto, Eva aggiunge che non bisogna neppure toccarlo!
“Guardi dove mette il piede”, mi dice l’osteopata dopo una storta presa in montagna. Non devo perdere l’attenzione: al terreno, ai sassi, al traffico… E alla direzione di Colui che seguo. Per seguirlo non occorre che io gli stia dietro, posso camminargli accanto, e magari parlare con lui, godermelo. Basta che non mi perda nelle ‘mie’ chiacchiere e mi trovi alla fine solo, perché lui ha fatto un’altra strada. E mi ha chiamato, anche, ma io stavo con me stesso.
Non so se il 9 aprile vedrò la luce. Neanche Pietro, Giacomo e Giovanni lo sapevano salendo con Gesù. Ma come loro, se sto insieme a Lui, posso sopportarne meglio i costi. ‘Sacrifici’ li chiama il papa. Il mondo biblico per sacrificio non intende una rinuncia (che pure c’è), ma un’offerta, una condivisione. Come quando si fa una festa: costa sì, ma merita.
Sforzo, attenzione, offerta ce li ag-giusti Gesù in questa salita buona.
don Giuseppe, collaboratore parrocchiale