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SULLE ORME DELLA PAROLA

Con il Mercoledì delle Ceneri siamo entrati, come comunità cristiane, in un tempo in cui echeggiano e si riattualizzano gli eventi di salvezza raccontati nella Scrittura: i quarant’anni del cammino di Israele nel deserto per vivere il passaggio dalla schiavitù alla terra promessa della libertà, i quaranta giorni di Elia in fuga verso l’Oreb per ritornare alle radici della fede e della storia del suo popolo, i quaranta giorni di Gesù nel deserto dopo il battesimo al Giordano e l’inizio della missione.

Il cammino quaresimale è un tempo che ci allena a rivedere, accompagnati dallo Spirito santo, il nostro modo di essere discepoli del Signore risorto. Attraverso il digiuno (non solo dal cibo), la preghiera (vissuta come scelta del Signore quale priorità della propria vita) e la carità (attenzione concreta verso gli altri, soprattutto i più poveri) il Signore accompagna noi suo popolo a un cambio di mentalità (conversione). Questa si realizza in quel campo di battaglia che, secondo un’immagine di san Paolo, è il nostro cuore, ossia la nostra coscienza, la spazio più sacro delle nostre persone: lì si scontrano spirito (la vita divina) e carne (non la nostra corporeità ma una propensione a noi interiore che si oppone a Dio). Nel cuore ognuno di noi sceglie dalla parte di quale mentalità schierarsi: quella mondana o quella dello Spirito.

Questa battaglia interiore si combatte intensificando l’ascolto della Parola del Signore contenuta nelle Sacre Scritture e imparando a riconoscere la sua voce anche nei fatti della storia. La docilità alla Parola di Dio ci educa a smascherare le seduzioni della mondanità, a prenderne le distanze e ricominciare sempre di nuovo a seguire le intuizioni dello Spirito. La voce di Dio mette in cammino, perché suscita domande. Dall’ascolto della Parola, quindi, nascono dei passi che essa suscita, rinnovando la dinamica della fiducia: ci si mette in cammino senza stringere tra le mani un risultato o delle certezze, ma fidandosi che quanto il Signore propone genera un di più di vita.

don Andrea, collaboratore parrocchiale