Una delle azioni più comuni della vita quotidiana è il vestirci. È un gesto abituale, quasi automatico, che spesso compiamo senza pensarci troppo. Eppure tutti sperimentiamo come tutto cambi quando dobbiamo prepararci per un evento importante: allora non basta “mettere qualcosa”, ma cerchiamo un abito capace di esprimere il valore di ciò che stiamo per vivere.
L’Avvento è proprio questo: un tempo per scegliere il nostro abito interiore e prepararci all’incontro con Dio che viene. La speranza ci mette in movimento e ci invita a presentarci pronti. Non andremmo mai a una festa importante senza cura; tanto meno dovremmo arrivare impreparati davanti al Signore che torna a visitarci. Ogni anno la liturgia ci ricorda che Cristo non viene solo nel Natale, ma continua a venire nella nostra storia personale comunitaria.
Possiamo allora domandarci che cosa significhi prepararci: se l’abito che indossiamo è adeguato, se abbiamo il coraggio di rivedere ciò che portiamo nel cuore. Prepararsi significa lasciare che la Parola di Dio illumini ciò che va custodito e ciò che va cambiato.
La speranza opera così: ci apre gli occhi e ci rende disponibili a lasciarci trasformare.
L’Avvento diventa il tempo per coltivare la speranza: non un ottimismo superficiale, ma la fiducia nell’amore del Padre, rivelato nel Figlio fatto uomo. È la speranza che ci prepara e ci rende capaci di accogliere il nuovo che Dio compie.
Ogni anno il Natale arriva, ma la vera novità consiste anche nell’abito che siamo riusciti a preparare: nel cuore che scegliamo di convertire e nella disponibilità con cui accogliamo Cristo nella nostra vita. Questa è la veste più bella, che ci permette di partecipare con gioia alla festa della Grazia che Dio rinnova per ciascuno di noi.
don Riccardo, vicario parrocchiale