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BENEDETTI DA DIO

Ci sono momenti che hanno la forza di farci prendere coscienza dell’importanza della vita, del nostro esistere, di ciò che siamo e facciamo. Tra questi vi sono alcune date e, fra tutte, anche l’inizio di un nuovo anno. Ecco allora che nei giorni scorsi ci siamo ritrovati a farci gli auguri, desiderosi che il 2024 sia un anno buono. E il Signore, sin dal primo giorno di questo tempo nuovo ci ha rassicurati con la sua benedizione, con la benedizione ad Aronne (Nm 6,22-27) ascoltata nella prima lettura dell’1 gennaio, venendo a dirci che il futuro sarà buono, perché lui ci custodisce, fa risplendere per noi il suo volto, ci fa grazia, rivolge il volto verso di noi, ci concede pace. Non sono le vicissitudini serene o meno a rendere buono il tempo che scorre ma la presenza del Signore accanto, il vivere con lui ogni situazione, ogni giornata, ogni rapporto. E noi, che abbiamo ricevuto “l’adozione a figli di Dio” (Gal 4,5) non saremo di certo abbandonati dal Padre.
Come altri passaggi, anche la chiusura di un anno e l’inizio di un altro, invitano a sostare e considerare il proprio percorso. Siamo chiamati a farlo anche come comunità cristiana. Mentre ci stiamo impegnando per camminare nella fede rimettendo al centro della vita comunitaria e personale la Parola di Dio, non possiamo tralasciare alcune constatazioni, utili per guardare le cose con uno sguardo adeguato e illuminato dal Signore.
Messe insieme, le tre Parrocchie dell’Unità Pastorale contano circa 14000 abitanti. Ebbene, lungo il 2023 nell’insieme abbiamo celebrato 26 battesimi, 6 matrimoni e 76 funerali. Di domenica in domenica, nell’insieme sono circa 1000 coloro che partecipano alla Messa.
Comprendiamo bene che il tessuto in cui viviamo non si può dire cattolico. Insieme a noi vivono questo territorio cristiani che frequentano poco la vita comunitaria, cristiani di altre Chiese e comunità, persone di altre religioni e molti altri che non hanno come riferimento la fede.
Mentre ci sentiamo chiamati a incontrare tutti e condividere con ciascuno la gioia del Vangelo, unendoci per il bene comune, sentiamo importante, come credenti, riorientare il nostro cammino su ciò che è fondamentale, sul rapporto personale con il Signore e sulla vita ecclesiale, con una particolare attenzione ai giovani e alle famiglie.
Non si tratterà di pensare chissà quali proposte bensì di farci loro compagni di strada, senza nostalgie del passato e aperti a condividere la nostra esperienza cristiana. Insieme dovremo affrontare la tremenda sordità spirituale che ci accompagna in questo tempo e che parole come “Dio”, “Gesù”, “chiesa”, “cristiani”, “parrocchia”, “santità”,… sembrano quasi rendere più ostinata. Abbiamo tanto, possiamo molto ma sembriamo essere sordi alla voce del Signore che ci chiama e ci sollecita. Proviamo ad affrontare questo sintomo e a lasciarci raggiungere dal Signore.
Il parroco, don Silvano