Entriamo nella pace del Natale con una Natività dipinta su tela da Botticelli nel 1501 – unica opera da lui firmata e datata! – dove tre fasce di scene diverse trovano significato a partire dal soggetto posto in centro. Il Bambino di Betlemme, come lo amava chiamare Francesco d’Assisi, indicato dagli angeli ai pastori – a destra – e ai Magi – a sinistra -, è il motivo della danza fra gli angeli nel cielo, dell’abbraccio degli angeli con varie persone sulla terra e del canto dei tre angeli sopra la capanna. Il Bambino deposto nella greppia è il “Principe della pace” – quasi tutti i personaggi rappresentati hanno in mano un ramo d’ulivo a sottolineare questo dono! – annunciato dal profeta Isaia (cf. 9,5) e sempre atteso dall’umanità: ora che lui è nato, tutto si rinnova e il mondo ritrova l’armonia. Solo Giuseppe sembra non entrare in questa danza piena di speranza: lui è raffigurato ancora stretto nelle sue domande, nei suoi grattacapi, desideroso di capire e condividere i progetti di Dio.
La pace. Come vorremmo che l’immagine dipinta dal Botticelli parlasse anche di noi, dell’umanità di oggi: come vorremmo che la terra fosse abitata da caldi abbracci pieni di fiducia e la gioia che è nel cielo arrivasse tra noi. Non ci accompagni il pensiero che sia solo un bel sogno ma la gioiosa speranza che, se accogliamo il Signore nella nostra vita, tutto è possibile, fin dentro la nostra città, le nostre case, la nostra persona. Il Principe della pace è con noi: possiamo cantare e danzare!
BUON NATALE DEL PRINCIPE DELLA PACE
dai preti, i vicepresidenti dei Consigli Pastorali e le suore