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2024: Anno della preghiera

«Fin da ora mi rallegra pensare
che si potrà dedicare
l’anno precedente l’evento giubilare,
il 2024, a una grande “sinfonia”
di preghiera. Anzitutto per recuperare
il desiderio di stare alla presenza
del Signore, ascoltarlo e adorarlo».

(Papa Francesco)

Passo 1

I mesi precedenti all’apertura del Giubileo ordinario del 2025 sono stati dedicati da papa Francesco alla preghiera, quella perché il Giubileo possa essere un’abbondante esperienza di Grazia ma anche quella da approfondire ulteriormente, mettendoci ancora alla scuola del Maestro. Attraverso alcuni appuntamenti dei prossimi mesi condivideremo degli spunti e delle occasioni per imparare a pregare. Iniziamo già in questi giorni, tuttavia, dando uno sguardo sincero al tempo che dedichiamo alla relazione con il Signore, nella convinzione che, come con le altre persone, ha bisogno di tempo regalato.

Chiediti: quanto tempo sto dando alla preghiera nelle mie giornate e nelle mie settimane?


Passo 2

Desiderosi di prepararci al Giubileo ordinario del 2025 coltivando la preghiera, con l’ultimo Notiziario parrocchiale ci siamo detti che questa esperienza ha bisogno di tempo. Ebbene, in che momento e quanto pregare? La tradizione ci insegna che l’aprirsi e il chiudersi di una giornata portano con sé un forte valore simbolico, diventando un ottimo veicolo per affidarsi al Signore insieme alla vita che si risveglia e si addormenta. Per alcuni, tuttavia, questi momenti potrebbero non essere congeniali: si potrebbe allora fissare la propria sosta nell’orario in cui la propria giornata è maggiormente libera da impegni oppure prima o dopo i pasti, momenti anche questi particolarmente espressivi del nutrimento che porta alla nostra vita l’ascolto del Signore.

Chiediti: quando e quanto potrei pregare nelle mie giornate e nelle mie settimane?  


Passo 3

Proseguiamo nell’approfondire il dono della preghiera, desiderosi di prepararci al Giubileo ordinario del 2025. Come insegna il vangelo secondo Luca, il giusto approccio alla preghiera è quello dell’umiltà. Gesù a tal proposito racconta ai discepoli la parabola di un pubblicano e un fariseo che vanno al Tempio a pregare (Lc 18,10-14). I due protagonisti sono messi a confronto come figure quasi opposte della società del tempo: il fariseo, modello di virtù e giustizia, e il pubblicano, un peccatore corrotto. Mentre il primo crede di pregare, in realtà non fa altro che giudicare gli altri: il secondo, invece, si ferma a distanza con il volto abbassato e si batte il petto, riconoscendosi bisognoso e parlando con il cuore, con poche parole.      

Scegli: individuato un luogo e un tempo per la preghiera, cerco di viverla in verità e umiltà.


Passo 4

Nel cammino di avvicinamento al Giubileo ordinario del 2025, proseguiamo nell’approfondire il dono della preghiera. Santa Teresa di Gesù nella sua opera, Il castello interiore, parla delle difficoltà del pregare, paragonandole a degli animaletti che ci distraggono quando cerchiamo di concentrarci per entrare “nel castello” della comunione con il Signore attraverso la preghiera. Questi animali selvatici possono essere tutti quei pensieri, comportamenti e preoccupazioni che, se assecondati, possono portarci fuori dalla concreta realtà. Sempre è importante restare “nel qui e ora”, tanto più quando preghiamo, imparando a prevenire ciò che potrebbe distrarci o affrontando gli “animaletti” mentre ci vengono attorno. Un buon modo di affrontarli è quello di farli diventare parte della nostra preghiera.

Scegli: organizza il tuo tempo di preghiera in modo da prevenire possibili distrazioni e ostacoli.


Passo 5

Nel nostro riferirci alla preghiera e all’esperienza spirituale avvertiamo piuttosto importante il poter sentire la presenza di Dio ed è singolare che l’evangelista Giovanni nella sua prima lettera (1,1-3) evidenzi particolarmente la concretezza dell’incontro con il Signore, descrivendola come un’esperienza che coinvolge l’udito, la vista, il tatto. Dio è relazione e la sua presenza passa anche attraverso i nostri sensi. Affermare tutto questo non significa che la sua presenza sia afferrabile: Dio rimane trascendente a noi e potrebbero esserci degli ostacoli interni o esterni alla nostra persona capaci di impedire l’incontro con lui. Nella sua libertà e nel suo intento educativo, potrebbe anche scegliere di rimanere in silenzio rispetto alle nostre attese o aspettative, anche indebite.

Scegli: mi predispongo all’incontro con il Signore nella gratuità del cuore.


Passo 6

La nostra preghiera potrebbe attraversare l’esperienza del silenzio di Dio o della sua risposta non immediata alle nostre domande, seppure lecite. D’altra parte, Dio ha un modo particolare di comunicare con noi: spesso egli parla proprio attraverso il silenzio, come “brezza leggera” udibile soltanto nell’interiorità (1Re 19,12) sgombra da rumori, libera da frastuoni e voci. Nel silenzio Dio trasforma l’intimo delle nostre persone, facendo della nostra storia concreta il luogo dell’incontro con la sua presenza.

Scegli: cerco di accogliere il silenzio come dono e opportunità.


Passo 7

La vita nello Spirito ci dona un rapporto con i fratelli e le sorelle che la morte non toglie. In forza di esso trova
significato la preghiera per i defunti, in particolare la Messa, affinché, purificati dai loro peccati, possano presto
godere la beatitudine del volto di Dio. Trova posto in questa comunione anche la pratica dell’Indulgenza Plenaria
concessa dal mezzogiorno della Solennità di Tutti i Santi (1 novembre) a tutto il giorno della Commemorazione
dei fedeli defunti (2 novembre) visitando una chiesa, recitando il Credo e una preghiera secondo le intenzioni del
Santo Padre, celebrando quanto prima la Confessione e partecipando all’Eucaristia.

Scegli: nel lutto trasformo in preghiera il mio dolore e il desiderio di eternità per i defunti.


Passo 8

La preghiera cristiana è sempre comunitaria, anche quando si prega da soli, ma lo è per eccellenza nelle
celebrazioni liturgiche, perché “dove sono due o tre riuniti nel suo nome, Cristo è in mezzo a loro” (cf. Mt 18,20) e
prega il Padre. Nelle celebrazioni dei Sacramenti, nelle Liturgie della Parola di Dio e nella Liturgia delle ore (le
Lodi del mattino, i Vespri e altre preghiere ad esse collegate) è Cristo stesso che prega e la Chiesa, sua sposa,
prega con lui. Ben diversi sono altri momenti di preghiera, sebbene si svolgano in chiesa o insieme ad altri o
comunque riportino dei brani della Bibbia o altre preghiere: essi non sono la Liturgia della Chiesa ma devozioni o
pratiche di pietà (es. Via Crucis, Rosario,…) con le quali si alimenta la propria fede perché possa corrispondere
sempre meglio a Cristo.

Scegli: partecipo alle Celebrazioni liturgiche della comunità unendomi insieme agli altri a Cristo Risorto.


Passo 9

La preghiera non è altro dalla nostra vita ma la vita stessa che diventa parte della nostra relazione con il
Signore. Ecco, allora, che ci rivolgiamo a lui condividendo una gioia, ringraziandolo o semplicemente
manifestandogli il nostro amore. Più spesso ci troviamo a chiedergli qualcosa, per noi o per gli altri. Ma
cosa domanda l’autentica preghiera di richiesta o di intercessione? Forse possiamo piegare il cuore di
Dio alle nostre richieste? Forse insistendo si convince a far girare le cose secondo i nostri schemi? Dio
conosce già il bene e già ha a cuore che il suo disegno di bene si realizzi in tutti, per cui la nostra preghiera
non può altro essere che un rivolgerci a lui insieme agli altri nella disponibilità di convertire il nostro alla
sua volontà, scoprendola un dono e un’opportunità di realizzazione piena.

Scegli: porto le mie richieste al Signore, per me e per gli altri, mettendo al primo posto la sua volontà.


Passo 10

Possiamo portare a Dio delle richieste per noi e per gli altri, ma anche la richiesta di perdono a motivo della fragilità e del peccato. Inoltre la preghiera cristiana può essere di lode (Ti lodo, Signore, per…): essa nasce dallo stupore che apre al Mistero e alla fede. Può essere preghiera di ringraziamento (Ti ringrazio, Signore, per…), con cui celebrare la fedeltà e bontà di Dio. Può essere anche preghiera di protesta, di “lotta”, per il personale disappunto dinanzi a quello che si interpreta essere l’agire di Dio (Non sono d’accordo, Signore…). Infine, può essere preghiera di affidamento (Mi affido a te, Signore…): con essa si consegna la vita a Dio perché si compia la sua volontà. Uno alla volta, approfondiremo in seguito questi altri modi di rivolgersi al Signore a partire dalla vita quotidiana.

Scegli: qual è la preghiera che posso presentare al Padre in questo tempo?


Passo 11

Quando facciamo un torto a qualcuno, il rispetto e l’amore ci portano a chiedere scusa e una rinnovata fiducia. Così cerchiamo Dio quando sappiamo di averlo rifiutato, lui direttamente o negli altri. Ed ecco che nel tempo abbiamo trovato tanti modi per chiedergli perdono e ritrovare la sua fiducia. La Bibbia è pervasa di richieste di perdono e racconta numerosi episodi di riconciliazione, tanto da farci scoprire che Dio è il Padre che ha misericordia dei suoi figli e che la Storia della Salvezza è l’esperienza di Dio venuto a risollevarci dal male e dal peccato. Con fede possiamo aprirci a Dio ogni volta che sbagliamo, rivolgendoci a lui con una preghiera spontanea, un Salmo penitenziale, altre preghiere della tradizione e, soprattutto, celebrando il Sacramento del Perdono.

Scegli: nell’accorgermi del peccato preparo un tempo di dialogo e incontro con il Signore.


Passo 12

Dentro una relazione carica di affetto e amore nascono, senza programmarli o costruirli, gesti, dialoghi, semplici espressioni o silenzi carichi di stupore per l’altro, non tanto per quello che fa, ma semplicemente per la sua presenza, gratuitamente, nella libertà del cuore. Analogamente, nella preghiera la lode è amore che risponde all’amore: all’amore di Dio si risponde lodando, acclamando, regalando parole e gesti di meraviglia, riconoscendo la sua presenza nella grandezza e bellezza delle sue opere. La lode è l’“Amen”di Gesù al Padre e il di noi insieme a lui, un “Amen” carico di sorpresa, immediatezza, spontaneità per la sua presenza e per il suo agire nella vita personale e nella storia.

Scegli: raccolgo le occasioni di stupore che vivo nella giornata e le trasformo in preghiera di lode, con parole mie o attingendo al versetto di un Salmo.


Passo 13

Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento e ciò è possibile perché il credente sa bene che tutto è dono, che sempre siamo preceduti dall’amore di Dio. Ciascuno di noi è stato pensato prima di imparare a pensare, è stato amato prima di imparare ad amare, è stato voluto prima di avvertire nel cuore ogni desiderio. In una vita guardata così, nulla appare dovuto tantomeno scontato e il “grazie” diventa quasi spontaneo, con gli altri e con Dio. Il “grazie” dei cristiani diventa ogni domenica l’Eucaristia, un grande “grazie” detto a Dio insieme al Signore Gesù e nella maniera che lui ci ha insegnato, un “rendimento di grazie” per tutti i doni che ha creato, per averci rinnovati venendo tra noi e per lo Spirito Santo che mai viene meno e porta a compimento la sua opera.

Scegli: mi faccio attento verso ogni dono e imparo a dire “grazie” agli altri e a Dio.


Passo 14

Concludiamo il breve percorso, indicando la preghiera di abbandono, la più semplice ma anche la più impegnativa. Essa pianta le proprie radici nella fiducia, la piena fiducia in Dio, nella sua bontà e Provvidenza. Viverla non significa soltanto dire “sia fatta la volontà di Dio” ma sostare con il Signore nel silenzio, affidandogli il futuro ma soprattutto lasciandolo agire nell’intimo con il dono della sua Grazia. Molto utile diventa, a tal proposito, la posizione del corpo, la cura del silenzio esterno e interno, la custodia degli sguardi, la ripetizione di una breve frase biblica o di una breve invocazione. La preghiera di abbandono è particolarmente adatta ai momenti di Adorazione dell’Eucaristia o della Croce, in quanto favorisce l’intima unione con il Signore, lo stare cuore a cuore con lui nella gratuità dell’amore.

Scegli: mi prendo una pausa e sosto in silenzio alla presenza del Signore, consegnandogli la vita.