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DEGNI DI FIDUCIA

Passati 40 giorni dall’evento della Pasqua, la Chiesa celebra in questa domenica la salita al cielo di Gesù, ossia il suo ritornare nella casa del Padre. Sappiamo bene, tuttavia, come nel suo essere Dio il Risorto non venga meno dall’essere in mezzo a noi: egli non ci lascia orfani, ci dona il suo Spirito, dolce compagnia e presenza che illumina la strada, dona forza per il cammino e ci accompagna in ogni nostro passo.
L’assenza-presenza di Gesù Risorto in mezzo a noi è un esplicito segno di fiducia di Cristo nell’umanità e, in modo tutto particolare, in quanti vivono uniti a lui. Nel suo tornare al Padre ci affida la responsabilità di abitare il mondo certi della sua benedizione, portando a tutti la gioia che viene dal suo amore fedele. Egli si fida di tutti noi e ci affida la missione di portare il Vangelo nel mondo, dando volto a un’umanità nuova, riconciliata, unita, in cammino verso Dio: ciascuno, in modo unico e irripetibile, ha un compito che unito a quello degli altri realizza “un meraviglioso poliedro” (ChV 207).
Riscopriamo così, in questa domenica, che ognuno di noi è importante nel mondo: ciascuno, nel nascondimento di una vita semplice e modesta o nella visibilità di ruoli che il lavoro, la Chiesa, la società ci affidano, abbiamo il compito di costruire il Regno di Dio, con i piedi ben radicati nella realtà di tutti i giorni e il cuore ancorato al di là di questa vita, in Dio. Nessuno può sminuire la responsabilità che gli è affidata: ragazzi, giovani, adulti, tutti abbiamo ricevuto la fiducia del Signore e nessuno può delegare ad altri quanto lui può fare in prima persona. Tutti i battezzati in Cristo, sono chiamati a far crescere il Regno del Signore in questo mondo: il politico, il giudice, l’insegnante, il datore di lavoro, il dipendente, il disoccupato, gli sposi, i preti, i consacrati, ogni laico… Ciascuno è chiamato ad essere testimone di Gesù Risorto, ad essere pietra viva nella Chiesa e nel mondo.
La grande festa della salita al cielo di Gesù porta con sé la benedizione sull’intera comunità cristiana, sulla nostra vita, su ogni nostro impegno in parrocchia e nella società: non è più il tempo di lasciar fare agli altri, di farci trainare o trascinare dall’autorità o dall’entusiasmo di altre persone, di delegare a qualcuno, tantomeno ai preti, la crescita della fede sulla terra e la gioia di essere l’umanità nuova nel Signore Gesù.
Il parroco, don Silvano